I nostri segreti

Dolomais è una storia di bontà, tradizione e antiche ricette tramandate di generazione in generazione. Un percorso cominciato ben due secoli fa, quando il mais ha iniziato a popolare il territorio delle Dolomiti e ha dato origine ai nostri primi prodotti che oggi celebriamo con il nome di “Storie di Mais”, sintesi tra un passato ricco di valori oggi reinterpretato in chiave moderna con la stessa passione, dedizione di un tempo e qualche piccolo segreto…

Custodire

L’ARTE DEL
“COME SI FACEVA
UNA VOLTA”

Da oltre due secoli, un cibo che ha nutrito intere generazioni ed emblema della vita rurale, di un mondo in cui si apprezzava il dono e il valore del tempo. Una luna piena fumante che ancora oggi si prepara con cura, fatica e tanto amore. Un gesto, un rito, un dono della natura. Lei, la polenta di mais, quello straordinario cereale introdotto in Europa da Cristoforo Colombo, ha rallegrato tavole e ha ravvivato cuori. Una filiera brevissima, dal campo all’aia, poi al mulino e infine nell’acqua bollente del paiolo.

“Naturale, genuina, il frutto del lavoro contadino, un aggregatore sociale che chiamava tutti insieme attorno al tavolo per condividere gioie, momenti difficili e passare del tempo di qualità tra chi si voleva bene
e gioiva della semplicità”.

Coltivare

L’AMORE PER LA
NOSTRA TERRA

In un tempo ormai lontano, la coltivazione del mais ha segnato profondamente la vita delle campagne bellunesi, portando con sé venti di cambiamento nella pratica agricola. Il granoturco, con tutta la sua generosità, è stato il custode dell’approvvigionamento alimentare dei nostri antenati, trasformandosi nel cuore pulsante della produzione cerealicola di montagna. I campi vibranti di colori cangianti e il suo profumo avvolgente hanno riempito di vita le giornate laboriose dei contadini, diventando un segno distintivo che caratterizza il paesaggio agreste alle pendici delle Dolomiti.

Valorizzare

UN PATRIMONIO
CULTURALE

Da tempi immemorabili, la cottura della polenta lasciava nel paiolo di rame un prezioso segreto: uno strato sottile, vivace e croccante, che, una volta raffreddato, si trasformava in un autentico snack d’altri tempi, una delizia ambita da tutti, pronta da condividere in croccanti scaglie. Un peccato di gola a cui resistere era difficile e che si trasformava in un autentico rituale di condivisione.

“Al centro della tavola, un maestoso tagliere di faggio attendeva paziente la polenta, pronto ad abbracciarla con calore e accoglienza. Una vera e propria invocazione al piacere quando, una volta versata si dilatava, fumante e invitante…”.

Reinterpretare

LA TRADIZIONE IN
CHIAVE MODERNA

Oggi, il mais è diventato l’ingrediente principe delle nostre Storie di Mais, sfoglie dorate e croccanti dense di un profondo rispetto per uno dei doni della terra che ha nutrito numerose generazioni. Una reinterpretazione moderna che celebra l’alto valore della tradizione, della condivisione e la forza della comunità montana che si impegna ogni giorno a proteggere le eredità culturali e culinarie delle Dolomiti.